Matteo. Prime impressioni. Agosto 2015

E’ passato quasi un mese dal mio arrivo qui a Burj al Shemali, e finalmente mi sono ambientato nella quotidianità locale. Ho circa 18 ragazzi , dai 7 ai 20 anni, che ogni mattina, con il caldo torrido e durante le vacanze estive si presentano puntuali ad ASSUMOUD, l’associazione che ci ospita all interno del campo, per imparare a suonare la chitarra. Nella stanza di fianco c’è Annalisa, che fa lo stesso con il violino, e nella terza stanza c’è Haider, un musicista palestinese finanziato da ULAIA, che organizza le lezioni di musica di insieme. Al piano di sopra Abu Mahmud, anche lui finanziato da ULAIA,  prepara i ragazzi di che suonano strumenti a fiato, come sassofoni, trombe, tromboni e clarinetti. Ogni mattina quindi in associazione c’è un grande via vai di ragazzi musicisti, che si conoscono, che frequentano le stesse scuole e si ritrovano insieme anche per giocare nei momenti di pausa. Tra di loro, i più determinati, organizzano gruppi musicali per suonare musiche orientali e occidentali, mischiando le loro diverse conoscenze. Spesso qui i più bravi si prendono cura di chi ancora deve imparare, riflettendo in pieno il grande senso di comunità che aleggia per tutto il campo. A tratti sembra di vivere in un enorme grande famiglia di circa ventimila persone, in cui , anche se non tutti si conoscono, tutti sanno di far parte di un destino comune, e pertanto si rendono conto che il miglior modo per affrontarlo è di non lasciare indietr o nessuno, e di arrivare tutti insieme al risultato. Con i miei ragazzi spesso lascio che i più grandi spieghino un brano ai meno bravi, e a seconda del tipo di brano, i ruoli possono invertirsi, dando a ciascuno la possibilità di essere maestro e allievo. La maggior parte dei ragazzi parla inglese,  e questo ovviamente facilita il mio lavoro. Con i più piccolini che ancora fanno fatica, faccio rimanere un paio dei ragazzi più grandi a fare da interpreti. Non lo vivono come un obbligo o una noia, ma anzi sono ben felici di poter aiutare. Come ho detto alla serata di raccolta fondi ( grazie alle quale abbiamo preso 8 chitarre, tanto materiale vario e abbiamo ancora qualcosa da spendere), qui c’è da insegnare ma c’è anche tanto da imparare ….

In associazione l ‘ambiente è davvero pieno di entusiasmo, grazie alle numerose attività che vengono svolte, oltre a quelle musicali, e ho l impressione che la mia attività di volontariato sia davvero utile a qualcosa. Sarebbe davvero fantastico per il prossimo anno avere 4 o 5 volontari , in modo da creare una piccola scuola di musica estiva a tutto tondo.

Fuori dalla mia attività didattica sono entrato in contatto con diverse persone e personalità del campo, dal bibliotecario dell’associazione Al Houla , Abu Fhadi, che gentilmente ogni giorno ci da lezioni di arabo e ci spiega qualcosa sulla cultura araba, essendo lui un uomo che ne ha passate di tutti i colori, al ciabattino, che ci ha raccontato parte della sua vita in Europa e ha riparato le nostre scarpe in maniera gratuita,  ai ragazzi Firas e Mustafa, con i loro sogni davvero molto complicati ( a causa della mancanza di molti diritti per i palestinesi in Libano) di diventare veterinario e pilota.

Anche se abbiamo conosciuto molte situazioni di grande povertà, tra cui molti siriani e palestinesi in fuga, e storie tragiche risalenti alla guerra civile o alla recente guerra con Israele, qui nessuno ha perso il sorriso, la speranza, l ‘educazione o la voglia di condividere quel poco che si ha. Probabilmente il nostro essere occidentali e diversi rende le persone più disponibili a entrare in contatto e a parlare, e forse stiamo vedendo una realtà leggermente distorta. Ma nonostante questo, di fronte a una situazione davvero difficile, come quella di tutti questi profughi, nessuno rinuncia a condividere un piatto di riso, a elargire la propria abilità lavorativa, o anche semplicemente a donare un sorriso. Per questo voglio dire a te che stai leggendo queste parole, che il pensiero diffuso su un luogo come questo è sbagliato. Qui non è il terzo mondo … qui c’è cultura, c’è educazione, c’è pensiero e c’è amore. Ci sono ragazzi e ragazze come ne abbiamo in Italia, con sogni e passione, con pensieri approfonditi e maturità intellettuale. Ci sono certamente differenze, ci sono cose che non condivido, ma ce ne sono molte anche in Italia, e noi non abbiamo dovuto subire diverse guerre negli ultimi 50 anni, oltre al fatto che abbiamo uno Stato, che pur con mille scheletri nell’armadio, ci tutela e ci garantisce i diritti fondamentali.

Mi aspetta un altro mese, e sono davvero felice di avercelo davanti. Se hai la possibilità di vivere un esperienza del genere, non mancarla.

 

Burj al Shemali, 8 agosto 2015

Dona il tuo 5 x mille

 Il vostro 5 per Mille ci fa tanto comodo!

Se pensate di devolverlo a ULAIA, 97351890583 nel riquadro Enti del Terzo Settore


Questo si chiuderà in 15 secondi

Banner per il consenso ai cookie di Real Cookie Banner