In Italia dal Libano con i corridoi umanitari. Il caso di Rasha che ha ancora bisogno di aiuto

E ’il caso di una famiglia palestinese arrivata qui a Roma con il primo corridoio umanitario nel febbraio 2016 con tre figli e senza marito, la mamma quasi non vedente completamente.

Conoscevamo la famiglia già da quando, profughi dalla Siria, si sono rifugiati in Libano nel campo dove svolgiamo i nostri progetti e non l’abbiamo mai perduta di vista. Molti nostri associati e amici in diverse occasioni si sono attivati per andare incontro ai numerosi bisogni del piccolo nucleo e lo sono tutt’ora: dal seguire le pratiche burocratiche per la presa in carico all’ASL, all’Istituto dei ciechi, ai rapporti con gli oculisti per individuare una soluzione alla cecità della mamma e con i reparti del Bambin Gesù psicologico e ortopedico per uno dei figli, fino alla donazione di libri per il liceo della figlia, passando per l’aiuto monetario spontaneo di tanti di noi.  

Dopo un lungo peregrinare per oculisti, con l’interessamento di Luciana, dott.ssa nostra associata, il caso è giunto alla Banca degli occhi di Venezia che ha individuato un luminare del settore per tentare l’intervento.  Accade a fine maggio 2024.

https://www.ulaia.org/2016/03/04/nel-corridoio-umanitario-dell-italia-la-famiglia-di-rasha-da-noi-sostenuta-a-burj-al-shemali

https://www.ulaia.org/2013/08/24/diario-dal-libano-aggiornamento-ad-agosto-2013

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