27 Febbraio: Sulle orme degli artigiani Fenici

si è concluso oggi, dopo 2 mesi e mezzo, il corso di decorazione su vetro e ceramica e di realizzazione porcellane per ragazze palestinesi, libanesi e siriane. Una cerimonia intima, nell’atelier che le ha viste entrare ogni giorno, come una scuola, lasciate all’ingresso dal bus che Assumoud ha previsto per loro, provenienti dai tre campi del Sud: Rashidieh,  El Buss e Burj al Shemali . Un corso all’esterno dei campi, in un atelier libanese, realizzato per le 31 ragazze con il supporto della Joint Task Force “LEONTE XVII” dell’UNIFIL, la forza di pace ONU che opera a Sud del fiume Litani. Sono qui con noi oggi, il Maggiore Manzi ed il suo gruppo che fin dall’inizio ha  seguito lo svolgimento del corso visitando periodicamente l’atelier durante le lezioni.  Li abbiamo ricordati tutti nei nostri ringraziamenti, dai capi che ci hanno ricevuto nella fase della proposta, a Cristiano, Angelo e Vincenzo che hanno terminato la missione in gennaio, a Mariano e Paolo che li hanno sostituiti di recente.  Insieme alle bandiere, palestinese, libanese ed italiana, c’è anche quella della loro brigata a fare da sfondo alle ragazze che sfilano per ritirare il loro certificato, soddisfatte e forse dispiaciute che questa sia una conclusione. Nelle mie parole un augurio di Pace che, anche se al momento non c’è sul terreno, possa esserci nei rapporti tra di loro al di la dei diversi gruppi di appartenenza; in quelle di Abo Wassim l’augurio che in un prossimo futuro anche per i palestinesi si possa realizzare ciò che è avvenuto di recente per gli armeni: il riconoscimento dei diritti da parte del governo libanese, in questo Paese dove sono da 66 anni. 

 

Soddisfatta per aver ospitato il corso la Presidente dell’Associazione per salvare Tyro, a cui fa capo l’atelier. Sinceramente meravigliato della perfezione dei prodotti realizzati,  in esposizione in altra parte della sala, il rappresentante del Console italiano di Tyro.

 

Sul viso degli insegnanti dell’atelier , professionalmente ineccepibili , la stanchezza di un periodo intenso trascorso ricercando la perfezione per le giovani apprendiste.

 

Tra le ragazze, le immancabili assistenti sociali di Assumoud, spesso anche leader Scout, che svolgono un lavoro “ai fianchi” della gioventù di cui sono pieni i campi per sollecitare, in ogni occasione, anche altri tipi di insegnamento, soprattutto comportamentali, indirizzati a creare fiducia in se stessi e nel futuro, una parola che qui in Libano, soprattutto per i Palestinesi sembra risiedere solo tra le righe del vocabolario.

 

E mentre il Maggiore Manzi riceve dalle tre ragazze più brave un ricordo creato per l’occasione da loro stesse durante il corso, i soldati distribuiscono cappellini e magliette con i simboli italiani.  

 

Si spengono le luci su un progetto che ha gettato dei semi che potrebbero germogliare, uno dei tanti semi sparsi da ULAIA qui nella realtà dove abbiamo scelto di operare. 

 

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