I dipendenti della Farnesina contro l’atteggiamento attendista del Ministro Tajani

I dipendenti della Farnesina chiedono al ministro Tajani: “di non renderci complici nel massacro in atto. L’Italia non può più mantenere un atteggiamento attendista” . La lettera è già firmata da oltre 500 tra funzionari e dipendenti, di ruolo e contrattisti, un numero destinato a crescere.

Esprimono “il profondo disagio etico e professionale che deriva dal dover assicurare, anche indirettamente, compiti e funzioni collegati ad attività cui partecipino autorità o entità israeliane direttamente coinvolte nello sterminio della popolazione civile palestinese. Tali adempimenti, appaiono in contrasto con i nostri principi e con gli obblighi di tutela del Diritto Internazionale Umanitario, rischiando di tradursi, di fatto, in una forma di concorso o avallo, e dunque di complicità, al massacro in corso. Per questo riteniamo necessario un indirizzo politico tale da consentire all’Amministrazione e ai suoi dipendenti di operare in piena coerenza con la Costituzione, con gli impegni internazionali assunti dallo Stato e con l’etica del servizio pubblico”.

Propongono che il Governo adotti con urgenza:

  • il sostegno alla sospensione dell’Accordo di associazione Ue-Israele
  • il riconoscimento dello Stato di Palestina in coerenza con le iniziative già avviate da altri Paesi europei
  • una diffida formale al Governo israeliano dall’intraprendere azioni offensive nei confronti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla
  • il sostegno a sanzioni mirate contro esponenti governativi responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità
  • l’attivazione delle Istituzioni italiane a tutela della nostra connazionale Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, recentemente colpita da sanzioni statunitensi
  • lo stop alle esportazioni, transito e intermediazione di materiali d’armamento e componentistica con destinazione Israele, pieno supporto all’operato della Corte Penale Internazionale, con specifico riferimento al mandato d’arresto emesso nei confronti del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex Ministro della difesa Yoav Gallant”.

“Onorevole Ministro – proseguono i firmatari – pur riconoscendo le iniziative volte a portare sollievo alla popolazione di Gaza, come le evacuazioni messe in campo dall’Unità di Crisi e l’operazione Food for Gaza, la credibilità internazionale dell’Italia, l’effettività dei suoi obblighi giuridici e la coerenza della nostra azione esterna esigono una presa di posizione chiara e conseguente. L’inerzia, o la mera retorica slegata da atti concreti, ci espone al rischio di concorso rispetto a violazioni gravi del diritto internazionale umanitario e al genocidio in atto”.

“Come dipendenti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e cittadini e cittadine della Repubblica italiana le chiediamo urgentemente di non renderci complici“, conclude la lettera.

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