L’associazione italiana allenatori di calcio “schierata” contro il genocidio di Gaza

L’associazione italiana allenatori di calcio, come già fatto dal 2022 nei confronti della Russia e Bielorussia,  ha chiesto la sospensione di Israele dalle competizioni Uefa e Fifa. Ci dispiace che lo sport sia toccato da queste prese di posizione necessarie ma l’isolamento sembra ormai l’unica lingua che possa far aprire gli occhi anche ai cittadini israeliani, in questo caso sportivi, per comprendere il fondo del pozzo dell’umanità in cui è piombato il governo del loro Paese.

Non ce ne vorrà l’associazione “Schierarsi” di Firenze se riportiamo integralmente l’articolo pervenuto il 21 agosto. Chi lo desidera può seguire l’instancabile prezioso lavoro di Schierarsi le idee! iscrivendosi gratuitamente per ricevere direttamente nuovi post dell’associazione  Iscriviti qui   

 mail da: Schierarsi Firenze<schierarsileidee@substack.com>

Finalmente dopo due anni di ininterrotti massacri, anche il mondo dorato del calcio, sta iniziando ad avere il coraggio di prendere su Gaza delle posizioni, fino a poco fa ritenute troppo scomode.

Dall’allenatore Catalano Pep Guardiola che in occasione della consegna della Laurea Honoris causa all’Università di Manchester, ha usato parole forti in un discorso accorato, per denunciare il massacro di bambini a Gaza, denunciando l’indifferenza di molti per quanto succede in Palestina, come se non ci riguardasse.

Al calciatore norvegese Ole Saeter, che ha rifiutato un redditizio e migliorativo trasferimento presso una squadra israeliana, perché riteneva che quelli fossero “soldi sporchi di sangue”, compiendo un gesto in clamorosa contro tendenza rispetto ad altri calciatori, spesso definiti mercenari, per la cupida bramosia di denaro, anche se proveniente da nazioni, molto poco rispettose dei diritti umani e dell’ambiente, come l’Arabia Saudita

Passando dalla Federazione Norvegese di calcio, che ha deciso di donare l’incasso della prossima partita di qualificazione ai Mondiali, proprio contro Israele, alle associazioni umanitarie attive a Gaza.

Fino alla squadra tedesca del Fortuna Dusseldorf, che ha bloccato l’acquisto di un calciatore Israeliano Shon Weissman, che aveva espresso posizioni durissime sui social contro i Palestinesi dopo il 7 settembre, chiedendo perchè “non fossero ancora state sganciate bombe da 200 tonnellate su Gaza” e sostenendo che “non ci fossero innocenti” nella Striscia di Gaza.

Le vibranti proteste della tifoseria hanno fatto capire alla società, l’inopportunità di procedere a questo acquisto.

Per ultimo ricordiamo lo striscione mostrato dalla Uefa, in occasione della Supercoppa europea tra Psg e Tottenham, a Udine in cui si chiedeva di smettere di uccidere civili e bambini, pur senza avere il coraggio di nominare apertamente Israele.

Se persino un colosso come la Uefa, ha ora ritenuto giusto esprimersi sul tema Gaza, è solo merito delle costanti pressioni da parte della società civile europea, che non ha mai smesso di denunciare il massacro compiuto ininterrottamente da due anni, dall’esercito israeliano.

Finalmente qualcosa si muove anche nel dorato mondo del calcio, che stà uscendo dalla bolla di insensibilità ed apoliticità, rispetto al genocidio in corso a Gaza.

Riteniamo che sia arrivato il momento di chiedere immediatamente l’esclusione di tutti gli atleti e squadre israeliane dalle competizioni non solo calcistiche, ma sportive, organizzate dal Cio, alla stregua di quanto fatto con gli atleti russi e bielorussi, nel 2022.

Specialmente in vista delle Olimpiadi Invernali 2026 Milano-Cortina, rilanciamo la richiesta di avere OLIMPIADI LIBERE DAL GENOCIDIO.

Anche per evitare di vedere ancora in tv, gesti veramente fuori luogo, come quello avvenuto ai recenti Europei di atletica under 20 a Tampere, ad opera di un frazionista della staffetta 4×100 Israeliana, che ha pensato bene di mimare col testimone il gesto del taglio della gola, come saluto alla telecamera, che lo stava inquadrando ai blocchi di partenza.

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