Siamo nella morsa dei miliardari! La storia dell’ingegnere spaziale palestinese Louay Elbasyouni

I miliardari assecondano la politica o viceversa in questa gara a reprimere ogni espressione diversa dalla propaganda che ci viene somministrata dai mezzi di comunicazione asserviti al potere dominante?
Il dubbio amletico è lecito di fronte alla vicenda dell’ingegnere spaziale palestinese Louay Elbasyouni, gazawi di Beit Hanoun con tripla nazionalità, palestinese, tedesca e americana, licenziato dall’ azienda di tecnologia spaziale Blue Origin, di Jeff Bezos, padrone di Amazon.
I meriti professionali dell’ingegnere – tra l’altro ha progettato Ingenuity, l’elicottero robotico che ha sorvolato Marte restituendoci per la prima volta le eccezionali immagini del Pianeta Rosso – sono stati azzerati con un colpo di spugna, reo di essersi esposto pubblicamente per le sue opinioni sul genocidio del suo popolo.
Un gazawi di successo, simbolo di intelligenza e perseveranza, esempio trainante per i giovani della Striscia che ripongono nello studio il futuro proprio e del loro popolo, diventato ormai un influencer con 30.000 follower, viene per questo ridimensionato anche negli account social, ma non nella vita. Ha deciso infatti di restare negli USA e presto potremmo vederlo imprenditore di una sua azienda Space AI come promette.
La storia, nell’articolo di Silvia Battaglia, è stata pubblicata nell’edizione cartacea de Il fatto quotidiano del 7 luglio 2025 e on line a questo link con il titolo: “Io, astronauta Nasa e palestinese silurato da Bezos: non sto zitto”