Il brano trae origine dall'omonimo progetto di volontariato che si e' svolto nel campo profughi palestinese di Burj al Shemali. Lo si deve a Gabriele Giaccio, autore di parole e musica, composte durante la sua permanenza nel campo. Sua anche la voce nell'interpretazione con il gruppo romano di cui fa parte, il MARGOT POEM SESSION.
Il testo e' sottolineato dalle immagini degli altri volontari riprese durante le manifestazioni di protesta di cui il gruppo e' stato testimone nell’estate 2019. La scintilla questa volta e' stata la proposta di una legge sul lavoro, peggiorativa per i palestinesi già' fortemente discriminati dalla legislazione libanese sul lavoro.
Con le nostre congratulazioni agli artefici di queste opere, ci auguriamo che il brano contribuisca a rimettere al centro i diritti di questo popolo da troppo tempo ignorati.