Dalla Siria in guerra l’arrivo dei rifugiati palestinesi in Libano

da Kassem Aina, direttore generale dell’ONG libanese palestinese BEIT ATFAL ASSOMOUD

Beirut, dicembre 2013

[…] Dall’inizio della rivolta siriana, i PRS (Profughi palestinesi siriani) hanno tentato di rimanere relativamente neutrali nel conflitto. Tuttavia, a causa dell’escalation dei combattimenti determinatasi sia all’esterno che all’interno del campo, i profughi palestinesi abitanti a Yarmouk, nei sobborghi di Damasco, sono stati sempre più colpiti. Tra dicembre 2012 e gennaio 2013, è iniziato un flusso costante e crescente di PRS in cerca di rifugio in Libano e ora il Paese ne ospita oltre 30.000 (ANERA).

Queste cifre sono senz’altro approssimate per difetto in quanto molti PRS devono ancora essere registrati.

l Libano ospita già circa 440.000 profughi palestinesi, esiliati durante la Nakba del 1948 e in seguito a successive guerre e massacri; ad essi, attualmente, si aggiungono circa 800.000 profughi siriani. In questo contesto, i PRS sono particolarmente vulnerabili a causa della mancanza del sostegno sia delle organizzazioni nazionali che di quelle internazionali.

I rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria sono ora profughi per la seconda o terza volta nella loro vita, in alcuni casi di più. Dopo il 1948, con l’esilio dalla loro patria, in quella che viene definita Nakba, o Catastrofe, i palestinesi sono stati costretti a cercare rifugio nei paesi arabi limitrofi come Siria, Libano e Giordania. Altri sono stati sfollati in altre regioni della Palestina. Quello che ci si aspettava dovesse essere uno spostamento temporaneo ha portato a una condizione di esilio dalla loro patria, la Palestina, che dura da oltre 65 anni. Benché i profughi palestinesi in virtù del diritto internazionale abbiano il diritto legale di tornare in patria – come tutte le popolazioni di rifugiati – questo diritto è loro negato da sempre, con una comunità internazionale che non riesce a difenderli. Questo rende la crisi dei rifugiati palestinesi la più lunga esistente, facendone il popolo con il più grande numero di rifugiati nei tempi moderni.

L’afflusso di rifugiati, in particolare nelle aree più povere del Libano, ha avuto un profondo effetto sulle condizioni economiche già difficili della gran parte dei cittadini libanesi, nonché un ancora più forte impatto negativo sulla comunità dei profughi palestinesi in Libano. I profughi palestinesi in Libano, così come i libanesi poveri, sono stati ricacciati in una maggiore povertà e disoccupazione, dal momento che i profughi siriani stanno accettando posti di lavoro per salari più bassi. A causa dell’aumentata offerta, i datori di lavoro hanno potuto chiedere più ore ad un salario più basso e hanno addirittura licenziato personale locale in favore dei rifugiati che sono disposti a lavorare per meno. Per i profughi palestinesi in Libano, cui è vietato praticare oltre 72 professioni, l’effetto è stato devastante. Molti posti di attività manuali nel lavoro in nero sono stati occupati da profughi siriani o dai PRS. Secondo una recente relazione di ANERA di valutazione dei bisogni, questo ha reso i PRS “la sub-popolazione più vulnerabile colpita dalla crisi. I PRS hanno meno tutele giuridiche rispetto alle altre comunità, senza possibilità di occupazione legale e inseriti fra le comunità libanesi più povere. Inoltre, la risposta internazionale alle loro esigenze particolari è stata nettamente inferiore rispetto a quella data ai rifugiati siriani”.

I PRS, per lo più hanno cercato dimora nei 12 campi profughi sparsi per il Libano, molti dei quali già sovraffollati. Molti vivono in condizioni precarie in rifugi, quali garage, baracche, negozi e edifici pubblici, con ben 10-15 persone che vivono in una stanza. Molti mancano dei servizi più basilari come frigoriferi, elettricità e accesso all’acqua corrente. Alcuni non hanno nemmeno WC o bagni nei loro locali e sono costretti ad usare gabinetti pubblici o i bagni dei loro vicini. Queste condizioni di vita difficili potranno solo peggiorare durante i mesi invernali freddi e umidi. C’è un disperato bisogno di aumentare gli sforzi per sostenere i PRS in Libano per la prossima stagione. Mentre l’inverno si avvicina rapidamente, le organizzazioni in Libano stanno cercando di soddisfare le esigenze della popolazione di rifugiati, fornendo articoli invernali, tra cui riscaldamento, coperte e abbigliamento invernale. Purtroppo i PRS sono particolarmente esposti e non avranno accesso alle risorse di base necessarie per mantenere le loro famiglie al caldo e al sicuro durante questo inverno.

Beirut, dicembre 2013

L’inverno è finito, ma l’emergenza continua

Chi vuole contribuire con un aiuto economico può donare al seguente link

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