Ciò che non si vede quando si visita un campo

Olga Ambrosanio, Burj al Shemali, maggio 2013

E’ una casa di Burj al Shemali, ma potrebbe essere quella di un qualunque altro campo qui in Libano. La descrivo perché le foto comunque non rendono l’orrore di questo tugurio.

Per arrivarci si attraversa la parte del campo dove ci sono le stalle che almeno assicurano il latte ad un costo basso a questa gente. L’odore non potevo metterlo nelle foto, ve lo lascio immaginare.

Si imbocca poi lo stretto vicolo che si vede nelle foto. La scala a chiocciola ci porta in cima.

Entriamo: una stanza di 3 metri per 3 (forse), sulla sinistra si entra in cucina, senza porta, 2 metri per 1 (forse). Il fornellino da campeggio è poggiato su uno scatolo di cartone, piatti, tazzine, bicchieri e pentole, tutto a vista.

A “vista” anche il bagno al quale si accede dalla cucina, senza porta.

Ondulina dappertutto, in casa, sistemata in luogo delle pareti.

E’ tutto, per una mamma, vedova, con 3 figli di cui uno ammalato gravemente.

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